Oggi desidero affrontare uno dei temi più sottovalutati e, a mio avviso, più importanti nella costruzione di un business imprenditoriale basato sul trading automatico: la gestione di portafoglio.

Una volta che abbiamo accesso ad una fucina di generazione di nuovi sistemi, il più possibile affidabile e guidata da sani principi di ideazione, sviluppo e validazione, siamo in grado di allestirli all’interno di un portafoglio composito, a rischio controllato.
Ma soffermiamoci per un istante su cosa realmente significhi il termine “rischio controllato”: quando decidiamo di assemblare due o più trading system tra di loro, il principio ispiratore deve essere quello di avere una scarsa dipendenza tra le operazioni dei sistemi candidati. Questo elemento dovrebbe, su base probabilistica, contenere i draw down di portafoglio, agendo in maniera costruttiva sulla curva cumulata. Tuttavia tutto ciò non può scongiurare il fatto, improbabile, ma possibile, che la maggior parte dei sistemi perda sincronia con il mercato di riferimento ed inizi un fase prolungata lateral ribassista, logorante sia dal punto di vista economico che psicologico. Altro elemento di cui tener conto è la dinamica variabile nel tempo che definisce la modalità di ricombinazione dei trade dei singoli trading system: se al tempo zero siamo in grado di selezionare gli N sistemi più decorrelati tra di loro, rimane ignoto e difficilmente prevedibile il modo in cui tale decorrelazione possa muoversi in futuro.
Questo pericolo ha, per fortuna, anche un lato positivo: consente di inserire in batteria anche sistemi automatici che non abbiano lo scopo primario di guadagnare denaro, ma di regolarizzare l’equity complessiva. Sto parlando dei cosidetti “stabilizzatori di portafoglio”.
All’interno del modulo di Portfolio Management sono cinque le principali funzioni di controllo:
- Inibizione di sistemi in avaria.
- Riattivazione di sistemi ridivenuti sincroni con il mercato di riferimento e risaliti nel ranking di portafoglio.
- Attivazione di nuovi candidati provenienti dal modulo “Trading System Farm” per garantire un numero minimo di sistemi a mercato e costanza nel rischio atteso.
- Eventuale logica rotazionale che privilegi i sistemi più forti in termini metrici o quelli a rischio ridotto.
- Verifica in tempo reale dei costi fissi associati a ciascun trading system a mercato, come comunicato dal modulo di “Operation Maintenance” e gestione delle anomalie sulla composizione di portafoglio.
Il “controllore di flusso” ha di fatto uno dei compiti più importanti e critici nella filiera di produzione e messa in opera della batteria di sistemi.
Ci soffermeremo in particolare sul primo punto, quello che comunemente viene denominato “Performance Control”.
Di seguito possiamo osservare un primo aggregato di 2 sistemi che operano su strumenti europei, rispettivamente su Dax Future e FTSE Mib Future:

In verde possiamo vedere l’equity cumulata dei due sistemi in esame, evidenziati singolarmente in grigio più in basso (tutte le curve sono valorizzate in euro). E’ evidente come tali sistemi stiano vivendo una fase laterale correttiva, ideale per essere “controllata” dal nostro modulo di Portfolio Management: in rosso possiamo vedere la curva originale controllata sui singoli trading system (ogni sistema viene inibito e riattivato sulla base di considerazioni metriche). Se ad occhio la sua azione può non essere di immediata comprensione, una analisi del draw down può risultare chiarificatrice.

L’azione del gestore di portafoglio (nella sua azione di equity control), ha operato una riduzione del draw down massimo di portafoglio di circa 4000 € (su un massimo di -1000 €).
Eseguiamo la medesima analisi su altri due sistemi che operano rispettivamente su Crude Oil Future e su Gold Future.

Anche in questo caso in verde possiamo vedere l’equity cumulata dei due sistemi in esame, evidenziati singolarmente in grigio più in basso (questa volta tutte le curve sono valorizzate in dollari). I sistemi aggregati sembrano in salute (stanno registrando nuovi massimi di equity line) ed il controllo, in questo caso, avrà l’unico compito di non degradare le curve originarie, pur pagando un premio di assicurazione sul profitto finale.

Ma cosa accade unendo le forze dei 4 sistemi in un unico portafoglio aggregato valorizzato, per comodità, tutto in euro?

Le quattro curve in grigio relative ai 4 sistemi (parificate per valuta), si cumulano nella curva verde e vengono controllate singolarmente dal modulo di Management, per ottenere la curva rossa. Anche in questo caso diamo uno sguardo più da vicino al rischio atteso, attraverso l’andamento del draw down di portafoglio:

La ricombinazione dei trade all’interno di un unico portafoglio ha avuto lo sperato effetto costruttivo, abbattendo i periodi di peggior ritracciamento. Inoltre è evidente l’azione di equity control che riduce ulteriormente le fasi di sofferenza.
Ovviamente un allestimento numericamente più cospicuo avrà un effetto ulteriore di “addolcimento” nel profilo della curva risultante: di seguito abbiamo aggiunto altri 5 sistemi, portando il portafoglio a 9 trading system totali.

In questo articolo abbiamo visto quale può essere l’importanza del modulo di Portfolio Management nella gestione di una pletora di sistemi, attraverso uno dei cinque compiti che sono a lui delegati: il controllo real time delle prestazioni metriche del singolo trading system.
Giovanni Trombetta
Head of Research & Development
Gandalf Project