La corretta aspettativa
Fare trading da sempre ha suscitato forti suggestioni, da un lato tra chi ne coglieva soltanto l’aspetto ludico, associandolo erroneamente ad attività come il gioco d’azzardo o il poker sportivo e tra chi, un po’ più strutturato, intravedeva una grande potenziale opportunità professionale per arrotondare lo stipendio. Poi ci sono coloro che amo definire “i sognatori”, i quali vedono nel trading, parafrasando un celebre brano dei Led Zeppeling, “una scala di servizio per il paradiso”. Uscire dalla propria condizione economica o professionale non soddisfacente, rincorrendo il sogno di soldi facili. E’ proprio su questo tipo di personalità che hanno fatto leva negli anni i tam tam mediatici di broker e professionisti del settore che, in alcuni casi, non si sono fatti scrupolo di gettare nella mischia persone impreparate economicamente e dal punto di vista emotivo. Anche per questo, per la maggior parte delle persone, il trading è e rimane soltanto, una irraggiungibile chimera, causa di continue perdite, sia finanziarie che psicologiche. Ma per quale motivo il trading sembra sfuggire alla completa comprensione anche di menti pragmatiche e preparate?
Uno degli aspetti più importanti, a mio avviso, è la piena comprensione di cosa sia davvero il mercato. Lungi da noi il voler fare una filippica sui massimi sistemi, esistono tuttavia alcuni aspetti che vanno assolutamente approfonditi per permetterci di commisurare l’aspettativa alle reali possibilità di guadagno. Se analizziamo un qualsiasi grafico di borsa, una azione, un future o un cross valutario, teniamo davanti agli occhi un andamento più o meno erratico e mutevole nel tempo. La cosa più sorprendente è che tale mutevolezza rappresenta l’unico elemento costante che caratterizza le oscillazioni nella trama dei prezzi. Quello che voglio dire è che qualsiasi comportamento ripetitivo, individuabile anche ad occhio, tenderà nel tempo a modificare la propria manifestazione e, nel peggiore dei casi, a scomparire. E’ il motivo per il quale fior di scienziati, legati al mondo e ai modelli deterministici tipici della scienza, hanno fallito miseramente sul lungo termine.
Poi esiste la statistica.
Solo la creazione di un modello che consenta un adattamento dinamico alle mutevoli condizioni di mercato, può consentire di portare la probabilità a proprio favore, nel medio lungo termine. Siamo così passati dall’accezione più visiva ed istintiva dell’analisi tecnica ad una più rigorosa di analisi quantitativa, due alberi che nascono e si sviluppano da un terreno comune.
Professione Trader
Il trading online è una realtà consolidata ormai da quasi due decenni. Internet ha permesso di scavalcare tutte le mediazioni tradizionali tra investitore e mercato, consentendo anche alla persona normale, il non addetto ai lavori, di poter interfacciarsi direttamente con i più svariati strumenti finanziari.
Il passo dall’investire occasionalmente, secondo le proprie convinzioni, per arrotondare lo stipendio, al costruirsi un’attività vera e propria basata sul trading, in grado di fornire lo stipendio principale, è stato immediato.
Ecco quindi il miraggio: indipendenza totale, massima liberta. Io, il computer ed il mercato. Professione: Trader.
L’idea di poter vivere di trading si è diffusa a grande velocità, quasi quanto velocemente si sono bruciati i conti correnti destinati al “trading fai da te”. Le statistiche parlano chiaro: più del 90% dei sedicenti trader privati perde.
Inizialmente c’erano i day trader, poi una loro versione più esasperata, gli scalper. Adesso è il momento dei trader quantitativi, ovvero coloro che delegano il lavoro sporco, l’operatività in senso stretto, agli algoritmi.
Cambiano gli approcci operativi al mercato ma la sostanza rimane invariata: vivere di trading continua ad essere un miraggio per molti.
Le ragione sono svariate ed è impossibile esaminarle in modo esauriente in questa sede. Altri autori hanno spiegato le insidie nascoste dietro questa attività: occorrono anni di studio e di enormi sacrifici; non bisogna sottovalutare l’aspetto psicologico insito nel trading e, come per qualunque cosa, ci vuole anche una certa propensione; si impara dai proprio errori, ma in questo settore commettere un errore significa perdere soldi: pertanto occorre la giusta capitalizzazione; se si costruiscono trading system non bisogna cadere nella trappola delle sovra ottimizzazioni; occorre familiarizzare con concetti come money management, position sizing e montecarlo analysis; è necessario essere sempre aggiornati, i mercati cambiano, la tecnologia si evolve, il detto “chi dorme non piglia pesci” è quanto mai vero nel mondo del trading.
Diverse sono dunque le difficoltà per chi vuole vivere di trading. Un aspetto non troppo considerato, ma estremente importante se si vuole essere trader, nello specifico trader quantitativo, è l’organizzazione della propria attività: la struttura organizzativa che un trader, una volta padrone della conoscenza finanziaria, dovrebbe avere per svolgere al meglio il proprio lavoro.
Essere trader, per noi, significa essere un imprenditore, la nostra attività è organizzata come una piccola azienda: ci sono flussi di entrata: gli agognati guadagni generati dal trading; ci sono flussi in uscita: il costo di un’efficiente infrastruttura che mi consenta di affrontare al meglio i mercati. L’infrastruttura tecnica rappresenta il 50% del successo della nostra azienda.
Mettendo insieme i pezzi
Per orientarci all’interno della nostra azienda fondata sul trading operativo, dobbiamo ricorrere ad uno schema semplice, ma puntuale, che evidenzi le fasi principali che caratterizzano la nostra filiera:
- Una fabbrica di trading system (Trading System Farm).
- Un portafoglio a rischio controllato (Batteria Trading System).
- Un sistema di selezione, inibizione e riattivazione dei singoli trading system all’interno del portafoglio allestito (Portfolio Management).
- Una infrastruttura tecnologica adeguata e disegnata sulle reali esigenze operative (In House Farm – VPS remota).
- Piattaforme di execution (Broker).
- Sistema di supervisione e controllo multilivello (Operation Maintenance).

Questo schema rappresenta il punto di riferimento che ogni aspirante trader quantitativo dovrebbe avere sempre davanti agli occhi per non perdersi nei mille meandri che troverà lungo il suo cammino.
Ciascuno dei punti evidenziati verranno sviscerati nel dettaglio durante un percorso unico costituito da 3 WEBINAR gratuiti e 2 GIORNATE IN AULA (una a mercati aperti), che abbiamo chiamato: Trading Automatico come Business
Giovanni Trombetta
Marco Vironda Gambin